De universi iuris uno principio, et fine uno liber unus ad amplissimum virum Franciscum Venturam a Regis Consiliis et Criminum Quaestorem Alterum, excudebat Neapoli Felix Musca, ex Publica Autoritate, anno 1720. Esclusi dalla possibilità di una piena conoscenza scientifica gli ambiti della fisica e dell’uomo nella sua essenza, il criterio del verum-factum non si limita a valorizzare le matematiche, ma apre un altro campo di indagine della massima importanza, quello della storia considerata come costruzione umana. Sotto lo stimolo della lettura di Grozio, Vico matura la convinzione che dell’accadere storico sia possibile individuare princìpi e costanti universali, e così dare all’umanità una nuova scienza che superi le posizioni giusnaturalistiche. Di questa si fanno le prime prove nel Diritto universale - che consta delle opere De uno universi iuris principio et fine uno (libro primo), De constantia iurisprudentis (libro secondo) nonché delle Notae in duos libros (libro terzo) e di cui esiste una Sinopsi in lingua italiana - sulla base di un’ampia analisi della storia romana e degli esemplari processi di formazione delle istituzioni civili e statali di Roma antica. Dopo aver predisposto nel primo libro gli strumenti concettuali e metodologici, Vico affronta nel secondo il problema dello sviluppo storico, cioè di mettere tra loro d’accordo guise essenziali e manifestazioni esteriori, diritto naturale e diritto positivo, vero e certo, ragione e autorità. L’accordo sarebbe impossibile, come mostra il dissidio tra filosofia e filologia, se si intendesse l’autorità (il certo) come capriccio e non come parte integrante della ragione (il vero). Nella realtà, il certo si determina secondo la legge di una storia ideale eterna, cui corrispondono nel tempo le storie di tutte le nazioni. La storia concreta, la filologia come historia verborum e historia rerum, una volta ricondotta alla filosofia, toglierà ogni trascendenza ai princìpi del vero per coglierli viventi nell’umanità stessa. A grandi linee, la ricostruzione vichiana del formarsi delle nazioni si basa sulla divisione dei popoli dopo il diluvio universale, l’erramento ferino della discendenza di Jafet e il suo graduale incivilimento ad opera della religione. Il terzo libro interviene a correggere, integrare o sviluppare singoli aspetti del complesso edificio teorico e storico. Cliccare qui per accedere direttamente al testo Nota editoriale Nella trascrizione del testo, ci si è attenuti ai seguenti criteri: |
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